Cinema Osservanza
Un film fatto per bene
regia: Franco Maresco
durata: 100'
Italia, 2025
martedì 28 ottobre 21:00
Le riprese del film su Carmelo Bene si interrompono. Maresco sparisce, accusando la produzione. Un'indagine svela il suo genio ribelle e visionario.

Che fine ha fatto Franco Maresco? A chiederselo è il suo amico Umberto Cantone, che dopo aver aiutato il regista palermitano a scrivere un film su Carmelo Bene e aver saputo che le riprese del film sono state interrotte, incontra alcuni suoi collaboratori e il suo autista per ripercorrerne le tracce. Viene così a sapere dei mesi di lavoro sul set, di riprese infinite, di soldi spesi per girare scene improvvisate su un "santo volante" del Seicento, così come delle accuse di Maresco - di cui in parallelo viene ripercorsa la carriera - al produttore Andrea Occhipinti. Alla fine è il regista scomparso a farsi vivo con una lettera all'amico, nella quale fornisce la sua versione della storia.

Sul modello non dichiarato di 'Quarto potere', il nuovo lavoro di Franco Maresco è una ricerca del regista stesso e insieme una sorta di autobiografia in terza persona. Ci sono almeno tre film, in 'Un film fatto per bene': quello che segue il viaggio di Cantone, quello che Maresco ha cercato di girare per la Lucky Red, ambientato nella Palermo degli anni '70, con protagonisti Carmelo Bene e un oscuro maestro elementare agiografo, e quello che, fallito il primo progetto, il regista palermitano ha provato a terminare a sue spese, riunendo i collaboratori e gli interpreti più fedeli (il solito teatrino di freak che negli anni abbiamo imparato a conoscere) negli studi della tv palermitana in cui negli anni '80 ha dato vita al duo con Daniele Ciprì. Nel frattempo, si vedono i frammenti della sua filmografia, le celebri scene di Cinico Tv, le immagini poi censurate di Totò che visse due volte e a seguire quelle di 'Belluscone - Una storia siciliana' e 'La mafia non è più quella di una volta', mentre il loro autore si chiudeva sempre al mondo e diventava una sorta di santo recluso del cinema italiano. L'espressione non è casuale, perché proprio a una figura di santo popolare e ignorante, Giuseppe da Copertino, il «Santo volante», vissuto nel XVII secolo, è in realtà dedicato il film fallito per la Lucky Red: nelle riprese che si vedono, tra improvvisazioni, temporali, infiniti ciak, incidenti, lo stile di Maresco è quello che l'ha reso famoso, in bianco e nero, pasoliniano, con un 'idiot savant' straccione per protagonista e la voce fuoricampo del regista (insistente e ottusa: una firma d'autore) che ripropone e insieme rompe la dinamica del suo cinema, in cui sempre il regista ha interpellato i suoi interpreti, salvo in questo caso parlare direttamente dal set e dare vita a un cortocircuito che prevedibilmente porta a uno misero fallimento... La sovrapposizione dei livelli di rappresentazione, insomma, ha sempre fatto parte dell'universo di Maresco, ed è forse all'origine della sua fuga dal set e dal cinema in cerca di una purezza assoluta e impossibile. Carmelo Bene, del resto, nel film è presente soprattutto come fantasma, incarnato da diversi attori (tra cui Antonio Rezza in un omaggio-parodia a 'Il settimo sigillo') e visto in tv esprimere alla sua maniera la sua idea di arte come superamento del pensiero, del linguaggio, della realtà stessa, e il conseguente raggiungimento del vuoto. «Dovete de-pensare» suggerisce così Maresco ai suoi soliti freak, torturati in un miserabile studio televisivo: se il cinema è morto come sistema («Oggi un film non lo si nega a nessuno», scrive un po' furbescamente nella lettera all'amico Cantone), come forma d'espressione potrebbe continuare a esistere nell'ignoranza e nell'immediatezza del pensiero di chi non ha pensiero, nei folli, negli stupidi, nei fool come il povero Francesco Puma (sedicente critico che da anni vediamo brutalizzato e venire preso sul serio in tv e in rete, a proposito di cortocircuiti) che trovano il loro spazio di gloria e umiliazione (ma c'è differenza?) dentro una scena ancora vuota e disperata, ma pure risaputa e stanca. L'ultima citazione di Bene la si sente mediata da una voce che non è la sua, quando negli anni '90 incontrò per la prima e unica volta Maresco e citando Céline gli disse: «La vera tragedia è morire prima di aver capito quanto l'uomo è fottuto». Fa un po' strano, dunque, partendo da tanto e consapevole nichilismo, vedere che per Maresco l'unico approdo possibile per il (suo) cinema sia la propria santificazione, che sarà pure autoironica ma pure un po' auto-assolutoria.

Prezzi: Biglietto intero € 6,00 - Biglietto ridotto € 5,00